CONTEXT
residenza creativa per la ricerca e la composizione del nuovo spettacolo di Alessandro Carboni
progetto di residenza condiviso da Kilowatt Festival (finanziato dal progetto europeo Be SpectACTive), La MaMa, MoMa, Douglas Dunn Studio, New York (Usa), Milieux/Le Parc and Pulse, Montrèal (Canada), Nitra Festival, Nitra (Slovacchia), Bakelit Multi Art Center, Budapest (Ungheria), Domino, Zagreb (Croazia), Centro di Residenza Emilia-Romagna (L’arboreto - Teatro Dimora | La Corte Ospitale), h(abita)t – Rete di Spazi per la Danza -Sementerie Artistiche, Crevalcore, Costa Verde, Sardegna
CONTEXT
prova aperta al pubblico al termine della residenza
ideazione, coreografia, scene e impianto: visivo Alessandro Carboni
performers Ana Luisa Novais Gomes, Sara Capanna, Loredana Tarnovschi.
contributo alla ricerca Ana Luisa Novais Gomes, Sara Capanna, Loredana Tarnovschi, Lucia Guarino, Francesca Ruggerini, Gianmaria Borzillo, Masako Matsushita.
musica Danilo Casti
costumi Eva Di Franco
tecnico luci e assistenza Maria Virzì
organizzazione e cura Debora Ercoli
produzione Formati Sensibili 2019-2021
co-produzione CapoTrave/Kilowatt all’interno di SpectACTive
con il supporto di Creative Europe - programma dell’Unione Europea; TIR Danza
Con il sostegno di L’arboreto - Teatro Dimora, La Corte Ospitale Centro di Residenza Emilia-Romagna, 369gradi, h(abita)t – Rete di Spazi per la Danza / QB / Sementerie Artistiche, Regione Emilia Romagna
ingresso a contributo libero – prenotazione obbligatoria
Context indaga l’idea di contesto (dal latino con-tèxere = tessere insieme, intrecciare) inteso come un organismo strutturato di elementi semplici in interazione fra loro. L’artista lo immagina come uno spazio mobile di interconnessione in cui relazioni infinite e differenze infinitesimali tra gli elementi fanno emergere ramificazioni continue.
A partire da questi presupposti emerge l’esigenza di attivare un processo di ricerca visivo e performativo sulla relazione tra strutture primarie e complessità con l’intento di operare un’approssimazione geometrica e discreta dello spazio che permetta di osservare il triangolo, figura geometrica centrale nel suo studio, come oggetto prismatico capace di far coesistere più cose insieme.
Context è costituito da vari formati visivi e performativi, testuali e sonori, che incarnano da punti di vista diversi l'intero processo di ricerca.
22 MAGGIO
18.00
Teatro Alice Zeppili - Pieve di Cento
nell'ambito della Stagione Agorà
> stagioneagora.it
SILVIA GRIBAUDI
Graces
vincitore dell'azione CollaborAction#4 2018/2019
spettacolo selezionato a NID Platform 2019
coreografia: Silvia Gribaudi
drammaturgia: Silvia Gribaudi e Matteo Maffesanti
danzatori: Silvia Gribaudi, Siro Guglielmi Matteo Marchesi e Andrea Rampazzo
disegno luci: Antonio Rinaldi
assistente tecnico luci: Theo Longuemare
direzione tecnica: Leonardo Benetollo
costumi: Elena Rossi
produzione: Zebra
coproduzione: Santarcangelo Festival
con il sostegno di MIC
Progetto realizzato con il contributo di ResiDance XL e IntercettAzioni
prenotazione obbligatoria
Graces è un progetto di performance ispirato alla scultura e al concetto di bellezza e natura che Antonio Canova realizzò tra il 1812 e il 1817.
Cos’è la bellezza? Come si manifesta? Le grazie sono diventate canone estetico neoclassico, ma prima di ogni cosa incarnano gioia, splendore e prosperità. Il linguaggio di Silvia Gribaudi continua la sua ricerca sul tempo dell’umorismo e la serietà del gesto che genera la risata partendo da una totale dedizione e serietà del corpo.
Silvia Gribaudi crea uno spettacolo per quattro performers, proseguendo la propria ricerca sul valore estetico, sociale ed intellettuale dello humour e del corpo.
Vorrei fare con te quello che la primavera fa con i ciliegi #1
PARTY GIRL
residenza creativa per la ricerca e la composizione del nuovo spettacolo di Francesco Marilungo
Progetto di residenza condiviso da Centro di Residenza Emilia-Romagna (L’arboreto - Teatro Dimora | La Corte Ospitale), Teatro Petrella di Longiano, AMAT - Associazione Marchigiana Attività Teatrali, TPP - Teatro Pubblico Pugliese, Centro di Residenza della Toscana (Armunia - CapoTrave/Kilowatt)
PARTY GIRL (STUDIO)
prova aperta al pubblico al termine della residenza con orario da definire
regia e coreografia Francesco Marilungo
cast a rotazione con Alice Raffaelli, Barbara Novati, Roberta Racis, Flora Orciari, Agnese Gabrielli
assistente alla regia Francesco Napoli
luce e spazio Gianni Staropoli
direttore tecnico Omar Scala
video Gianmaria Borzillo, Francesco Marilungo
costumi Efisio Marras
produzione Körper
coproduzione Danae Festival, Festival MilanOltre
con il supporto di Gender Bender Festival, Did Studio/Nao Performing Festival
con il sostegno di Centro di Residenza della Toscana (Armunia – CapoTrave/Kilowatt); Centro di Residenza Emilia-Romagna (L’arboreto – Teatro Dimora | La Corte Ospitale); Teatro Petrella di Longiano
con il contributo di ResiDance XL – luoghi e progetti di residenza per creazioni coreografiche – azione della Rete Anticorpi XL – Network Giovane Danza D’autore coordinata da L’arboreto – Teatro Dimora
progetto vincitore del Premio Prospettiva Danza Teatro 2020
progetto vincitore di Cross Award 2020
ingresso 5 € – prenotazione obbligatoria
Un’indagine sul concetto di corpo femminile come oggetto del desiderio a partire da una riflessione di Georges Bataille che individua l’essenza stessa del desiderio nella figura della prostituta. Immagine quasi archetipica che rappresenta la morte sotto la maschera della vita e che pertanto ha il significato stesso dell’erotismo definito dallo stesso attore come il luogo in cui morte e vita si confondono.
In Party Girl il processo di oggettivazione rende il corpo umano quasi inorganico. A partire da posture e movimenti capaci di innescare il desiderio nell’immaginario collettivo, le performer costruiscono una danza minimale costituita da un alfabeto stilizzato, rallentato, sospeso. La componente sensuale ed erotica viene completamente annullata da un corpo che mano a mano perde vita, si fa oggetto, manichino.
ENERGHEIA
coreografia e danza Paola Bianchi
musiche composte ed eseguite dal vivo Fabrizio Modonese Palumbo
disegno luci Paolo Pollo Rodighiero
tutor Roberta Nicolai, Raimondo Guarino
sguardo esterno Ivan Fantini
staff scientifico Laura Gemini, Giovanni Boccia Artieri, Annapaola Lovisolo, Alessandro Pontremoli
progetto di residenza condiviso da L’arboreto - Teatro Dimora | La Corte Ospitale ::: Centro di Residenza della Regione Emilia-Romagna; Centro di Residenza della Toscana (Armunia Castiglioncello - CapoTrave/Kilowatt Sansepolcro)
realizzato nell’ambito del progetto residenze coreografiche Lavanderia a Vapore
produzione PinDoc
coproduzione Agar, Teatri di Vetro, Teatro Akropolis
con il contributo di MIC e Regione Sicilia
intero € 10 - ridotto under 29 e E'bal card € 5
ENERGHEIA è uno studio sull’anatomia e sulla vicinanza dello sguardo, una coreografia di pelle, una poetica del corpo muto.
Lo spettacolo nasce da un’immersione emotiva negli archivi retinico-mnemonici di alcune persone alle quali Paola Bianchi ha chiesto quali fossero le immagini pubbliche impresse nella loro memoria visiva, immagini simbolo legate ad avvenimenti storici e a personaggi che hanno segnato la cultura occidentale, un archivio mnemonico personale e condiviso. Il processo di incarnazione di quelle immagini ha attivato un’analisi approfondita della tensione, del ritmo generato da ogni azione immortalata, portandola a indagare quello che c’è oltre l’immagine. Ogni immagine è entrata nel corpo della performer modificandolo fino a generare nuovi stati del corpo: L’archivio retinico di partenza è entrato nel suo corpo facendolo diventare archivio esso stesso di quelle immagini.
5 - 6 GIUGNO
19.00 E 21.00
Rimini
Sala Pamphili del Complesso degli Agostiniani
> teatrogalli.it
IL VERDE (NON) È UN COLORE DIFFICILE
a cura della compagnia Il Tempo Favorevole
con il sostegno del Comune di Rimini
una coproduzione Mulino di Amleto Teatro e Giardini Pensili
in collaborazione con A passo d’uomo e Music of the Plants
in scena: Veronika Aguglia, Marinella Freschi, Barbara Martinini
con musiche originali di Roberto Paci Dalò
ricerca sonora di Marinella Freschi
incursioni video e regia scenica di Barbara Martinini
intero € 10 - ridotto under 29 e E'bal card € 5
Il verde è un colore difficile da abbinare al mondo odierno e al suo consumo onnivoro e predatorio.
Nella pièce la botanica è intesa come scienza poetica e modello di resistenza e le danzatrici esprimono attraverso l'esplorazione corporea modalità energetiche vibratili in relazione alla vitalità delle piante.
Alla base si pone la ricerca di Stefano Mancuso, autore di numerosi testi sul mondo vegetale e sull'intelligenza delle piante, alla quale si guarda come fonte d'ispirazione, restituendole maggiore attenzione e rispetto.
La performance, come una tavola botanica, mette a fuoco il dettaglio di un singolo elemento vegetale per poi allargare lo sguardo al giardino e a una prospettiva ampia e composita: piante silenti e donne in protesta avanzano per la medesima causa, la violazione dei propri diritti, e la liberazione da ogni violenza.
Vorrei fare con te quello che la primavera fa con i ciliegi #2
PAS DE DEUX
residenza creativa per la ricerca e la composizione del nuovo spettacolo del Collettivo C.G.J Collettivo Giulio e Jari
Progetto di residenza condiviso da Centro di Residenza Emilia-Romagna (L’arboreto - Teatro Dimora | La Corte Ospitale), Teatro Petrella di Longiano, ACS - Abruzzo Circuito Spettacolo, CapoTrave/Kilowatt
PAS DE DEUX
prova aperta al pubblico al termine della residenza con orario da definire
di e con Giulio Petrucci, Jari Boldrini
musica Simone Grande
ligth-designer Mattia Bagnoli
prenotazione obbligatoria
Il “Pas de deux” è la fase spesso più attesa all’interno di un balletto classico: è il momento in cui gli interpreti consumano una partitura contenente i virtuosismi più complessi dello spettacolo.
È una vera e propria prova del fuoco per i primi ballerini che, oltre a dimostrare eccelse capacità nell’esecuzione tecnica, devono attingere al proprio bagaglio interpretativo ed emotivo per rendere l’esibizione un’autentica esperienza agli occhi dello spettatore.
Il Collettivo approfondisce il “Pas de deux” nella sua pratica danzata ma anche nella dimensione dei performers come esseri umani, facendo emergere una riflessione più approfondita sul concetto di unisono fra due individui.
Si interrogano anche sulla centralità del tema del virtuosismo all’interno del “passo a due”: che cos’è il virtuosismo al giorno d’oggi? Da quali azioni o immagini può scaturire?
ILINX don't stop the dance
progetto Simona Bertozzi, Marcello Briguglio
Ideazione e danza Simona Bertozzi
Musica eseguita dal vivo Egle Sommacal
Luci e set spazio Giuseppe Filipponio
Costumi Katia Kuo
Organizzazione e Promozione Monica Aranzi, Beatrice Capitani
Ufficio Stampa Michele Pascarella
Produzione Nexus 2019 per Biennale Danza Venezia
Con il contributo di Mibac e Regione Emilia-Romagna, Residenze creative H(ABITA)T – Rete di Spazi per la Danza/Mousiké
intero € 10 - ridotto under 29 e E'bal card € 5
Nel 2008 Ilinx esordiva come prima azione coreografica del progetto Homo Ludens.
A distanza di più di dieci anni, l’occasione di riprendere il lavoro ha permesso a Simona Bertozzi non solo di sostare su elementi immaginifici, visivi e sonori di allora per comprenderne una possibile ri-attualizzazione ma, soprattutto, ha dispiegato un’inedita riflessione sulla solitudine del performer e il suo universo ludico.
ILINX – don’t stop the dance cerca di tracciare un orizzonte di presenza per questa condizione, strutturando una sorta di cerimoniale in cui le azioni si susseguono per seduzione ravvicinata, non per causa-effetto o propagazione di senso.
Scorrendo senza trascorrere, temporeggiando sui declivi delle visioni, il tentativo reiterato è abitare uno spazio elastico: plastilina ripiegata verso la vertigine.
MONJOUR!
residenza creativa per la ricerca e la composizione del nuovo spettacolo di Silvia Gribaudi
Progetto di residenza condiviso da Artisti Associati Gorizia, AMAT - Associazione Marchigiana Attività Teatrali, Centro di Residenza Emilia-Romagna (L’arboreto Teatro Dimora | La Corte Ospitale)
INCONTRIAMO I MONJOUR!
laboratorio aperto alla comunità per sperimentare le relazioni tra video animato e corpo a cura di Silvia Gribaudi
orari e modalità saranno definiti in base alle indicazioni sanitarie possibili
di Silvia Gribaudi e Matteo Maffesanti
con i disegni di Francesca Ghermandi
con Salvatore Cappello, Nicola Simone Cisternino, Riccardo Guratti, Fabio Magnani e Timothée-Aïna Meiffren
consulenza drammaturgica Matteo Maffesanti e Annette Van Zwoll
materiale artistico creato da Silvia Gribaudi, Salvatore Cappello, Nicola Simone Cisternino, Riccardo Guratti, Fabio Magnani e Timothée-Aïna Meiffren
consulenza comica Rita Pelusio
disegno luci e direzione tecnica Leonardo Benetollo
creative producer Mauro Danesi
musiche Nicola Ratti
Produzione Zebra
coproduzione Torinodanza Festival / Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Teatro Stabile del Veneto Carlo Goldoni, Les Halles de Schaerbeek (Bruxelles); con il sostegno di MIBACT
con il contributo di Centro di Residenza Emilia-Romagna (L’arboreto Teatro Dimora | La Corte Ospitale)
Progetto realizzato nell’ambito di “Corpo Links Cluster” progetto realizzato da Torinodanza Festival / Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Malraux Scène Nationale Chambéry et Savoie, Associazione Dislivelli e Université Savoie Mont Blanc, sostenuto dal Programma di Cooperazione PC INTERREG V A – Italia-Francia (ALCOTRA 2014-2020)
Questo progetto, iniziato nel 2019, si è rimesso in discussione in reazione alle nuove necessità emerse durante i complessi mesi del 2020: ha subìto una trasformazione trovando un nuovo senso, nuove esigenze e coerenza. Les Monjour! è composto da 2 danzatori, 1 clown/attore e 2 acrobati. Il lavoro prevede pratiche coreografiche sul rapporto tra corpo e comicità, tra disegno ed estetica nella relazione tra performer e pubblico.
La messa in scena, accesa dai disegni pop dall’artista Francesca Ghermandi, scompagina gli ordini e i ruoli di artisti e regista, diviene un urlo che mette al centro la fragilità umana come punto di forza, la fallibilità come potere rivoluzionario. Gli artisti sul palco trasmettono il senso poetico del clown: nella visione artistica di Silvia Gribaudi i performer sono sempre pronti a offrirsi in virtuosismi, con generosità costante e nella necessità di esistere attraverso la relazione con il pubblico.
MONJOUR#workinprogress
prove aperte al pubblico con orari e modalità da definire in base alle indicazioni sanitarie
3 SETTEMBRE
18.00 E 20.00
Bologna - Palazzo Re Enzo/Salone Podestà
nell'ambito del Festival Danza Urbana
> danzaurbana.eu
PALPEBRA
ingresso a pagamento con acquisto online
produzione ColletivO CineticO
Site specific parte della ricerca “Esercizi di pornografia vegetale”
concept e regia Francesca Pennini
brainstorming drammaturgico Angelo Pedroni, Francesca Pennini
azione e creazione Simone Arganini, Teodora Grano, Carmine Parise, Angelo Pedroni
percussioni Riccardo Guidarini, Pietro Vicentini
tecnologia audio-video Simone Arganini
organizzazione Carmine Parise
con il sostegno di MIBACT, Regione Emilia-Romagna
La riflessione di CollettivO CineticO sul tempo prosegue in un’indagine filosofica e fisica sulla trasposizione di condizioni proprie del mondo vegetale.
La dimensione vegetale è criptata sotto la pelle degli abitanti della scena in uno slittamento di parametri, un radicale e silenzioso scivolamento del punto di vista, un fuori- fuoco dell’antropocentrismo, una gentile distorsione del patto contemplativo che sposta la fruizione di qualche diottria.
Suono e luce diventano soggetti fondamentali della chimica scenica in un rito percettivo di trasformazione dei corpi, un passaggio di stato della carne, mescolanza tra fasi di esistenza diverse.
Il suono viene trattato come se fosse materiale coreografico, secrezione corporea. Ecco qualcosa che inizia quando finisce. Che non si sa quando finisce. Che vive in ciò che non si sente e non si vede.
Tra sensi soggettivi e stimoli oggettivi la danza è un generatore di immobilità.
Un azzardo articolato per sfidare l’eternità, per far crescere il proprio albero aggrappato al dirupo.
5 SETTEMBRE
22.00
Ravenna - Artificerie Almagià
nell'ambito di Ammutinamenti - Festival di Danza Urbana e d'Autore
>www.cantieridanza.it/festivalammutinamenti
THE ANGULAR DISTANCE OF A CELESTIAL BODY
progetto, coreografia e impianto visivo Alessandro Carboni
performer Ana Luisa Novais Gomes e Loredana Tarnovschi
costumi DEM
musica Danilo Casti
produzione Formati Sensibili 2018
con il contributo di TIR Danza e il supporto di Citta delle 100 Scale Festival; ATER Fondazione – Circuito Regionale Multidisciplinare; Santarcangelo Dei Teatri; H(abita)T – Rete di Spazi
per la Danza / Sementerie Artistiche; L’Arboreto - Teatro Dimora di Mondaino
performance selezionata per Aerowaves Twenty20
Una riflessione trasversale sul processo cartografico inteso come “rappresentazione ridotta della superficie terrestre e dei fenomeni che su di essa si osservano e si svolgono” in cui l’azione performativa sostituisce il corpo al segno grafico della mappa nel tentativo di riappropriarsi criticamente della complessità del mondo e rivendicare l’impossibilità di una sua riduzione.
Il lavoro condensa sulla scena il percorso di ricerca intrapreso da Alessandro Carboni negli ultimi dieci anni e segna un passaggio necessario dall’imprevedibilità delle dinamiche indagate dall’artista nello spazio urbano alla determinatezza della partitura scenica, dal processo alla rappresentazione. È la narrazione immaginifica del potenziale sotteso alla creazione artistica, capace di mettere in discussione le categorie di pensiero e aprire lo sguardo a nuove percezioni del reale. Una dichiarazione di incertezza che diventa possibilità.
PUNK. Kill me please
intero € 10 - ridotto € 5
biglietti prenotabili da lunedì 6 settembre allo 0541 626185
coreografia Francesca Foscarini e Cosimo Lopalco
interpretazione Francesca Foscarini, Melina Sofocleous
produzione Van
con il sostegno di Centrale Fies_art work space
con il contributo di ResiDance XL | luoghi e progetti di residenza per creazioni coreografiche, azione della Rete Anticorpi XL | Network Giovane Danza D’autore, coordinata da L’arboreto | Teatro Dimora di Mondaino, Arteven/Festival Prospettiva Danza e Teatro, Capotrave/Kilowatt, CSC Centro per la Scena Contemporanea Bassano del Grappa, Santarcangelo dei Teatri
La creazione nasce dalla fascinazione per il fenomeno del punk-rock, per gli elementi rivoluzionari della sua estetica, e per la leggendaria e tragica relazione tra Sid Vicious e Nancy Spungen, coppia iconica della corrente britannica. Il lavoro dà vita a due corpi femminili, soggetti a trasformazioni continue; due corpi autogeneranti e onnipotenti, sensuali e appassionati, buffi e mostruosi che, condividendo la stessa rabbia e passione per la vita, si ergono a paladini di ribellione e follia, amore e uguaglianza. Un manifesto vivente di femminismo, coraggio, forza, ironia e libertà.
DA DOVE GUARDI IL MONDO?
di e con Valentina Dal Mas
testo originale Valentina Dal Mas
direzione tecnica Matteo Balbo
coproduzione Compagnia Abbondanza/Bertoni, La Piccionaia Centro di Produzione Teatrale
vincitore Premio Scenario Infanzia 2017
Danya è una bambina di nove anni che non ha ancora imparato a scrivere. E’ l’eccezione che non conferma la regola.
Lungo il cammino che porta alla scrittura si ferma, perde dei pezzi, o forse le mancano, o forse quelli che ha non sono giusti per lei. Passo dopo passo incontra quattro amici, ognuno portatore di qualità fisiche, caratteriali e comportamentali che li rendono diversi e unici di fronte agli occhi curiosi di Danya.
Il primo si distingue per fermezza e precisione, il secondo per determinazione e rigore, il terzo per fantasia e desiderio di scoperta, il quarto per volontà di raccogliere e unire.
Danya impara a conoscere i quattro amici. Si diverte a provare ad essere come loro nel modo di muoversi, di parlare e di relazionarsi con loro stessi, gli altri e il mondo. Di ognuno di loro conserva un pezzo e, pezzo dopo pezzo, Danya riesce a metterli insieme e a riprendere il cammino per giungere al suo “punto di allegria”.
MY BODY
residenza creativa per la ricerca e la composizione del nuovo spettacolo di Stefania Tansini
Progetto di residenza condiviso da Centro nazionale di produzione - Compagnia Virgilio Sieni di Firenze, Centro per la Scena Contemporanea/Operaestate Festival del Comune di Bassano del Grappa, Gender Bender Festival di Bologna, Triennale Milano Teatro; Centro di Residenza Emilia-Romagna (L’arboreto Teatro Dimora | La Corte Ospitale)
MY BODY
prova aperta al pubblico al termine della residenza
progetto, coreografia, danza Stefania Tansini
luci Matteo Crespi
suono Claudio Tortorici
management e distribuzione Domenico Garofalo
Produzione Stefania Tansini; con il sostegno di Nanou Associazione Culturale, Centro di Residenza Emilia-Romagna (L’arboreto – Teatro Dimora | La Corte Ospitale), Teatro Petrella di Longiano; con il supporto di DNAppunti coreografici 2020
Progetto selezionato da DNAppunti coreografici 2020
progetto di sostegno per giovani coreografi e coreografe under 35, promosso e sostenuto da Centro Nazionale di produzione Firenze - Compagnia Virgilio Sieni, Operaestate Festival/CSC Centro per la scena contemporanea del Comune di Bassano del Grappa, L’arboreto - Teatro Dimora | La Corte Ospitale ::: Centro di Residenza Emilia Romagna, Fondazione Romaeuropa, Gender Bender Festival di Bologna e Triennale Milano Teatro.
ingresso a contributo libero – prenotazione obbligatoria tramite mail
Cosa vuol dire iniziare una ricerca formale tramite il corpo? Vuol dire trovare un linguaggio che trasli le regole del gioco della vita in una composizione coreografica ed esistenziale.
L’azione, intesa come gesto, movimento, danza, rivela le possibilità nascoste che circondano il corpo e che attendono solo di essere manifestate.
E cos’è la danza allora, se non l’azione massima che rende il corpo libero da ogni vincolo e che riesce ad instaurare una relazione diretta col mondo che ci circonda?
Il lavoro del corpo risiede nella sua capacità di far emergere questo potenziale. Di portare, con la sua presenza e la sua azione, la fiamma di una forza che lo trascende, che arriva, vive e va.
MANIFESTO CANNIBALE
Esercizi di pornografia vegetale
prova aperta
di e con (in ordine di età)
movimento, organizzazione Carmine Parise
movimento, invenzioni tecnologiche Simone Arganini
movimento Teodora Grano
movimento, brainstorming Angelo Pedroni
movimento, regia, coreografia Francesca Pennini
luci, tecnica Stefano Baraldi
pianoforte, azione Davide Finotti
musica Franz Schubert
produzione CollettivO CineticO
prova aperta all'interno di "A chi trema - antologia cinetica dei tempi imperfetti", progetto a cura di Stagione Agorà, Festival Danza Urbana, Casa della Cultura Italo Calvino, Teatro Laura Betti/ATER Fondazione
Il lavoro esplora, attraverso un’indagine filosofica e fisica, la trasposizione delle condizioni proprie del mondo vegetale sul corpo umano attuando uno scivolamento del punto di vista, dall’ antropocentrismo a una sorta di appropriazione della dimensione vegetale da parte dei performers. Il suono e la luce sono i soggetti fondamentali della “chimica” scenica, mentre il repertorio musicale, ispirato al Winterreise di Schubert, viene trattato come se fosse materiale coreografico, invitando lo spettatore ad assumere uno sguardo tattile ed immergendosi in silenzi ad alto volume.
O+<
scritture viziose sull'inarrestabilità del tempo
azione e creazione Francesca Pennini - danza, Andrea Amaducci - grafica live
produzione CollettivO CineticO
all'interno di A chi trema - antologia cinetica di tempi imperfetti
progetto a cura di Stagione Agorà, Festival Danza Urbana, Casa della Cultura Italo Calvino, Teatro Laura Betti
in collaborazione con ATER Fondazione - Circuito Regionale Multidisciplinare Emilia - Romagna
Una ricerca sul contenuto dinamico dell'istante formale, sulla complessità coerente della percezione lampante, sulla struttura filtrante del feedback in linguaggi differenti. Un processo sintetico del movimento tramite una raccolta aleatoria di istanti. O+< è un groviglio di impressioni retiniche, costante caduta, impossibilità pericolante o eccesso pericoloso della stasi. Continuamente mediato e tradotto ed inevitabilmente esplicito il corpo apre nella danza i paradossi sul senso dell'effimero. Si tratta di una performance modulare durante la quale gli artisti rielaborano e deteriorano di volta in volta le informazioni. Il writer acquisisce dei frame della danza tramite una specifica modalità del guardare e il movimento viene “taggato” con estrema velocità sulla superficie scenica. La danza è costruita e decostruita secondo norme di continua precarietà, che trovano un senso esclusivamente cinetico, irrimediabilmente dinamico. In questa caduta inarrestabile il performer si alimenta dei cinémi via via scritti nello spazio generando un circuito di feedback in cui gli istanti di movimento sono a loro volta recuperati in una sintesi non gerarchica che procede per deformazione e mutazione.
DANZA CIECA
di Virgilio Sieni
interpretazione Virgilio Sieni, Giuseppe Comuniello
produzione Fondazione Matera-Basilicata 2019, Compagnia Virgilio Sieni
debutto: Matera 25 settembre, nell'ambito di Matera Capitale Europea della Cultura 2019
In Danza cieca Virgilio Sieni e il danzatore non vedente Giuseppe Comuniello sono protagonisti di un duetto sulla tattilità, con musica dal vivo di Spartaco Cortesi.
L’ascolto, la tenuità, lo spazio, il gioco e il rito, la potenza dell’attesa, l’incrinatura della materia quale fonte inesauribile di gesti, le parti oscure del movimento, il bagliore nel dettaglio, l’apertura dello sguardo, l’accoglienza dell’amico: posture e avvicinamenti che trasformano il corpo in un atlante inesauribile di luoghi democratici.
“L'anatomia del gesto si espande al concetto di spazio tattile, di aura, e include la percezione del corpo e il tono dei tessuti e dei muscoli coinvolti. Danza cieca si fonda sullo spazio aptico tra i due interpreti e l'alone di energia che i movimenti creano intorno a loro. L’aura non è solo una sorta di alone intorno alla persona, è molto di più: comprende l’essenza della persona capace di raccogliere in sé l’indicibilità della sua origine, trasmettendo verso il fuori questa potenza. Sembrerebbe che l’aura scaturisca da questo continuo rimandare all’altro, trasmettere e travasare, portare via e rinnovare”. - Virgilio Sieni
DIALOGO TERZO: IN A LANDSCAPE
coreografia e regia: Alessandro Sciarroni
azione e creazione: Simone Arganini, Margherita Elliot, Carmine Parise, Angelo Pedroni, Francesca Pennini / Teodora Grano, Stefano Sardi
musiche: John Cage, Stefano Sardi
abiti: Ettore Lombardi
luci: Alessandro Sciarroni
tecnica: Stefano Baraldi
coproduzione: CollettivO CineticO, Aperto Festival - Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, Teatro Comunale di Ferrara, Operaestate Festival Veneto/CSC, Marche Teatro, Centrale Fies / Art Work Space
all'interno di A chi trema - antologia cinetica di tempi imperfetti
progetto a cura di Stagione Agorà, Festival Danza Urbana, Casa della Cultura Italo Calvino, Teatro Laura Betti
in collaborazione con ATER Fondazione - Circuito Regionale Multidisciplinare Emilia - Romagna
“Credo che il lavoro dovrebbe chiamarsi In a landscape: vorrei rubare questo titolo al brano omonimo di John Cage...e vorrei anche utlizzarlo in scena. Credo che il brano possieda l’atmosfera giusta. Composto nel 1948, per piano o per arpa “to sober and quiet the mind, thus rendering it susceptible to divine influences”. Con il CollettivO CineticO per ora ci stiamo allenando ad una nuova pratica. Come nei miei altri lavori c’è sempre qualcosa di leggero e misterioso nell’ostinazione della ripetizione, qualcosa che sembra avere un’energia opposta rispetto alla pazienza, alla fatica, e all’ostinazione dell’azione che stanno compiendo. Ma questa volta mi sembra di riuscire a vedere anche dell’altro. Mi sembrano delle figure tutte tese verso ciò che pare somigliare ad un sentimento di serena determinazione che tende ad una sparizione: un’estinzione volontaria del soggetto. Un atto d’amore estremo. La scelta di una dipartita definitiva. Ma ammetto che il mio sguardo non sia oggettivo.” Alessandro Sciarroni
TEMPORANEO TEMPOBEAT
idea e regia Claudio Prati e Ariella Vidach
coreografia Ariella Vidach in collaborazione con i danzatori
danzatori Sofia Casprini, Sebastiano Geronimo, Giovanfrancesco Giannini, Manolo Perazzi,
composizione vocale Marzo Sambataro
programmazione audio max/msp Paolo Solcia
scenografia ed elementi visivi Claudio Prati
costumi AiEP
sostenuto nell'ambito di NEXT ed. 2019/2020, progetto di Regione Lombardia in collaborazione con Fondazione Cariplo
in collaborazione con ATER Fondazione - Circuito Regionale Multidisciplinare Emila - Romagna
nell'ambito di E' BAL - Palcoscenici per la danza contemporanea
Un’esplorazione delle possibilità coreografiche che nascono dalla relazione tra la danza contemporanea, la tecnologia wireless portatile e la beat boxing. Nella performance il rapporto tra movimento e suono si focalizza sull’uso della voce che viene declinata in forme non tradizionali. Una modalità compositiva leggera e transitoria caratterizza la coreografia in cui i cinque danzatori, dotati di dispositivi mobili di riproduzione del suono, aprono lo spazio scenico, visivo e sonoro, creando un dialogo serrato tra i corpi, fatto di azioni e reazioni. Il tessuto coreografico è contrappuntato da fonemi e beat vocali che consentono uno scambio continuo di ruoli tra gli interpreti. I codici coreografici, prima molto serrati nel procedere del lavoro, si amalgamano e fondono in un crescendo, trasformando la performance in un happening molto coinvolgente.
HOW TO DESTROY YOUR DANCE
concept, regia, coreografia Francesca Pennini
drammaturgia, tecnica Angelo Pedroni
musica Wolfgang Amadeus Mozart reloaded
elaborazione sonora e ricomposizioni musicali Simone Arganini
azione e creazione, interpreti a rotazione tra Simone Arganini, Niccolò Catani, Margherita Elliot,
Carolina Fanti, Teodora Grano, Orlando Izzo, Fabio Novembrini, Carmine Parise, Angelo Pedroni, Francesca Pennini, Ilaria Quaglia, Giulio Santolini, Stefano Sardi, Giulia Sposito
organizzazione Carmine Parise
produzione CollettivO CineticO
con il supporto di Inteatro Festival / MARCHE TEATRO, residenze artistiche Teatro Comunale di Ferrara, Inteatro Festival / MARCHE TEATRO. Si ringrazia La Biennale di Venezia
Lo spettacolo è allestito eccezionalmente nel suggestivo Museo Lamborghini che collabora alla realizzazione dell'evento
all'interno di A chi trema - antologia cinetica di tempi imperfetti
progetto a cura di Stagione Agorà, Festival Danza Urbana, Casa della Cultura Italo Calvino, Teatro Laura BettI
in collaborazione con ATER Fondazione - Circuito Regionale Multidisciplinare Emilia - Romagna
Quanto dura un minuto? Quali sono i limiti del corpo? Quanto può rallentare fino a toccare la più cosmica immobilità o perdere ogni definizione e trasformarsi in scia ultrarapida?
How to destroy your dance di CollettivO CineticO di cui Francesca Pennini è regista e coreografa è una sfida contro il tempo. Una performance per un cast di 9 danzatori, il tempo prima e dopo la durata ufficiale della performance è pensato per essere aperto alla visione del pubblico. Un manuale per il boicottaggio di ogni decoro coreografico tra accelerazioni impossibili e slow motion estremi.
Un gioco al massacro senza finzione e senza risparmio dove i danzatori diventano wrestlers della relatività e lo spettacolo è messo a nudo dalla ritualità intima della preparazione alla scena alla distruzione di ogni artificio formale.